Il futuro del page rank

Ce lo spiega il seo Ivano Di Biasi

Per tutto il 2013 si è verificato stato un enorme dibattito sul concetto e soprattutto sul futuro del page rank, uno degli “indicatori” sino a oggi in maggior misura utilizzati per valutare la qualità di un sito web. Nel corso di quest’anno, tuttavia, le cose sembravano essere cambiatepoiché Google aveva perso la tradizionale consuetudine di aggiornare il page rank ogni 3 mesi come ci aveva abituati in passato. A questa “constatazione” si sono poi congiunte le parole di Matt Cutts che in più occasioni aveva reso noto le sue incertezze sul significato del page rank e sul reale bisogno di rivederlo nei prossimi anni. Tutta questa situazione non ha fatto altro che fomentare il convincimento da parte di parecchi seo che il page rank stesse perdendo di significato; ma quanto c’è di reale in questa credenza e soprattutto cosa dobbiamo aspettarci alla luce degli ultimi cambiamenti? In un interessante articolo, il seo Ivano Di Biasi cerca di fare il punto della situazione sul page rank, tenendo conto di quanto è accaduto nel corso del 2013 e di come debba essere giudicato l’aggiornamento di novembre in relazione al futuro del page rank come “metrica”. Nell’incipit dell’articolo, il seo Ivano Di Biasi dice che anche lui inizialmente era stato persuaso dall’idea che il page rank non avesse più valore, tenendo conto quanto si stava verificando; nell’articolo Ivano Di Biasi scrive: Personalmente ero tra quelli che dicevano che il Page Rank non aveva alcun valore, era diventato solo una vanity metric ma ho decisamente cambiato idea in questi giorni. Perché questo cambio di rotta? Nell’articolo, si spiega perché il page rank poteva fattualmente dissolversi e come mai Google ne ha rinviato per qualche tempo l’aggiornamento. Ivano Di Biasi scrive: Google per quanto sia una delle aziende più grandi al mondo non può contrastare l’ingegno di milioni di professionisti…Questi professionisti / aziende / o semplici spammer, hanno provato in ogni modo possibile ad indurre Google a scegliere i siti web dei propri clienti come risultati di ricerca principali. Ovviamente questo si poteva ottenere maggiormente con attività di link building a volte mirate, pulite e concrete, altre volte con link spam senza esclusione di colpi pubblicando link con sistemi automatici su migliaia e migliaia di siti web. L’attacco di chi faceva link building, per quanto possa dire il contrario Google, lo ha totalmente spiazzato facendo sbalzare in maniera incontrollabile i Page Rank della stragrande maggioranza dei siti web. Secondo il seo Ivano Di Biasi, quindi, il page rank sarebbe stato così modificato e fuori controllo che Google ha deciso di “sospenderlo” per un certo lasso di tempo, almeno sino a quando non avesse ristabilito il controllo dei propri risultati organici. Ma come essere in grado di individuare le attività selvagge di link building e identificare quei siti che di fatto avevano giocato sporco? Il 2013 è stato senza dubbio l’anno della lotta allo spam; perenni aggiornamenti degli algoritmi e l’intensificazione dell’azione del web spam team di Google hanno rafforzato la lotta contro lo spam. Nel post c’è a riguardo una riflessione che fa pensare; è indubbiamente vero che gli aggiornamenti degli algoritmi hanno aiutato a far pulizia, ma da soli sarebbero stati sufficienti? Ivano Di Biasi specifica come la strada vincente sia stata la “politica del terrore” e come Disavow sia stato lo strumento più adeguato. Il seo Ivano Di Biasi sottolinea: L’idea geniale è stata quella della Disavow, ossia fornire ai webmaster un modo per confessare su quali siti web avevano ottenuto link artificiali. Incrociando i dati di tanti file di Disavow inviati nel tempo, Google è stato in grado di ripulire gran parte dei profili backlink alterati del web. Una vera e propria pulizia a tappeto che con gli algoritmi sarebbe stata decisamente troppo difficile da fare. Di qui si giunge all’aggiornamento del page rank dello scorso novembre, aggiornamento che Ivano Di Biasi ritiene come una specie di nuova sicurezza da parte di Google. Cosa ci si deve aspettare per il futuro? Nel post Ivano Di Biasi scrive che forse non cambierà nulla e che, trascorso il periodo del “terrore”, ci si inventerà qualche nuova tattica per alterare il page rank; a ciò aggiunge poi alcuni possibili scenari. Per la precisione nella fine dell’articolo tra le possibili situazioni che potranno verificarsi il consulente seo Ivano Di Biasi prospetta: Chi ha un buon PageRank per motivi fortuiti venderà link a prezzi esorbitanti perchè non è affezionato realmente al proprio sito Chi ha un buon PageRank perchè ha sempre curato il proprio sito di qualità accetterà di pubblicare link in uscita solo verso siti molto autorevoli Chi ha un sito di qualità con PR alto accetterà Guest Post con link ma solo se l’Author Authority su G+ di chi scrive sarà alta La link building cambierà perchè diminuirà tantissimo il numero di link elargiti ogni giorno in qualsiasi nicchia di mercato I tool SEO saranno sempre più importanti per valutare i tanti fattori che determinano la qualità di un sito web prima di dare o ricevere link. Potete leggere l’articolo completo qui.