Esiste una formula del successo nella vita di coppia? Forse sì e l’ha codificata per la prima volta John Gottman, uno dei massimi accademici delle relazioni. La banca delle emozioni è un modello metaforico utilizzato per spiegare al meglio come stabilire un rapporto di coppia interessante, duraturo, basato sul reciproco rispetto.
Il modello della “banca delle emozioni” è utile a tutte le coppie che vogliono una relazione duratura e piacevole.
La banca delle emozioni è una metafora usata da John Gottman per spiegare come gli atti positivi e quelli negativi influenzano l’equilibrio in una relazione.
Immagina che la coppia abbia un conto corrente presso una banca ma, anziché con i soldi, il conto venga alimentato da gesti e interazioni positive che un partner fa nei confronti dell’altro. Il sistema funziona proprio come con una banca:
- le coppie che mantengono un buon risparmio sul conto si godono la relazione e stanno bene
- mentre le coppie che hanno pochi soldi o addirittura vanno a debito stanno peggio.
Del modello Gottman ne parla tra gli altri lo psicoterapeuta di coppia Marco Giacobbi: “I depositi in questa banca sono fatti con: azioni positive, gesti di cura e attenzioni che un partner ha nei confronti dell’altro”.
È intuitivo capire che più vengono agite azioni positive e più il saldo del conto cresce. Questi risparmi aumentano molto più velocemente se entrambi i partner contribuiscono. Il saldo cala in caso contrario, quando vengono fatte azioni negative come: ignorare il partner, offenderlo o qualsiasi cosa provochi un dispiacere.
Quando il conto è prosciugato allora la coppia va in bancarotta e quindi fallisce il progetto di vita insieme, basato sul rispetto.
Come si deposita benessere nella banca delle emozioni?
Ciò che è considerato un deposito, nella metafora della banca delle emozioni, è qualsiasi gesto che abbia una valenza positiva e che faccia star bene il partner. Possiamo citare, a titolo esemplificativo, il messaggino di augurio prima di una prova, il preparare una tazza di caffè, un abbraccio, un complimento fatto per come il tuo partner ha svolto un compito.
In risposta ad un deposito del genere ci può essere un contro-deposito. È ciò che accade quando, a seguito di un gesto positivo, il partner ringrazia e gratifica l’esecutore. Quando un partner fa un’azione positiva e l’altro ringrazia o esprime reciprocità, si ha una crescita del capitale che potrebbe ricordare l’interesse composto, ovvero una crescita esponenziale del risparmio.
Non a caso il ringraziare per i gesti gentili innesca spesso, in una coppia, un vero e proprio circolo virtuoso e per questo la pratica del ringraziamento è altamente consigliata.
Cosa manda in rosso il conto deposito delle emozioni nella coppia?
All’opposto dei depositi, i prelievi dal conto di questa banca vengono fatti ogni volta che un partner fa un qualcosa di negativo. Alcuni esempi possono essere comportamenti come quello di offendere il partner, di ignorare una richiesta, di fare uno sgarbo o dimenticare una ricorrenza.
Diversamente però dalla banca tradizionale, nella metafora della banca delle emozioni il bilancio tra entrate e uscite è diverso. In questo istituto degli affetti, per bilanciare entrate ed uscite, bisogna faticare di più. Per bilanciare un prelievo, quindi un’interazione negativa, occorrono almeno cinque depositi, quindi cinque interazioni positive.
Questo perché il rapporto fra atti positivi e negativi, per una coppia che funziona, è infatti di 5 a 1, per cui sono necessarie cinque interazioni positive per bilanciare il danno di una sola interazione negativa. Ci tengo a sottolineare che i numeri a cui mi sto riferendo non sono casuali ma frutto di ricerche replicate nel tempo. Per cui la banca delle emozioni è un istituto nel quale mantenere un certo conto “benessere” costa fatica. Per mantenere il saldo attivo, in terapia di coppia, viene insegnato come riuscire a risparmiare. Questo può essere fatto con tanti depositi eseguiti frequentemente. Se ogni giorno hai anche solo un’interazione positiva, il conto sale e la coppia è pronta ad affrontare magari un periodo più duro dove per un motivo o per l’altro le cose non vanno al meglio.