Le disfunzioni del sistema nervoso, i cambiamenti di umore, i cambiamenti fisici: sono tutti sintomi che caratterizzano l’andropausa. Tuttavia per procedere a una diagnosi attendibile occorre procedere ad analisi del sangue che permettano di effettuare il dosaggio del testosterone e degli altri ormoni androgeni. Secondo le linee guida internazionali, si ha a che fare con un ipogonadismo conclamato quando i valori di testosterone non superano i 280. In effetti, l’andropausa si caratterizza spesso per la disfunzione erettile, la diminuzione delle erezioni mattutine e il calo del desiderio. Altri sintomi riguardano l’incremento della sudorazione e l’insonnia, dovute anche a disfunzioni del sistema cardiocircolatorio, e si possono aggiungere depressione, scarsa concentrazione o senso di stanchezza. Le variazioni fisiche, poi, possono concretizzarsi in una perdita dei peli del corpo o in un’obesità addominale, ma anche in una riduzione della massa muscolare.
Il rapporto tra sessualità e salute
Non si deve commettere lo sbaglio di pensare che un eventuale calo di testosterone abbia implicazioni unicamente dal punto di vista dell’attività sessuale. Questa situazione, infatti, rischia di mettere a repentaglio la salute complessiva, dal momento che questo ormone è coinvolto anche nella regolazione delle funzioni del metabolismo. Non tutti sanno che il testosterone è un anabolizzante molto potente, in quanto riduce la massa grassa e agevola l’incremento di quella magra. Inoltre, contrasta l’insulinoresistenza, e quindi abbassa il rischio di comparsa di diabete mellito di tipo 2. Un calo di testosterone può essere causa di osteoporosi, di malattie cardiovascolari e di arteriosclerosi.
Che cosa fare
Un regime alimentare sano è indispensabile per prevenire una significativa riduzione del livello di testosterone negli uomini. Più in generale occorre seguire e mettere in pratica uno stile di vita corretto, che tenga alla larga la sedentarietà e più in generale consenta di evitare le abitudini dannose, a cominciare dall’abuso di alcol e dal fumo: il primo ha conseguenze negative dal punto di vista del metabolismo del fegato, mentre il secondo può mettere a rischio sia il sistema neurologico che quello cardiovascolare.
La terapia a base di testosterone
Nel caso in cui si giunga a una diagnosi di ipogonadismo conclamato, è probabile che lo specialista prescriva una terapia sostitutiva a base di testosterone. Nella maggior parte dei casi la somministrazione avviene tutti i giorni per via cutanea se si tratta di persone adulte o anziane, mentre per i soggetti più giovani viene effettuata per via intramuscolare. È raro che si verifichino degli effetti indesiderati significativi, ma in ogni caso è molto importante provvedere a un costante monitoraggio sia tramite visite per controllare la prostata che attraverso prelievi venosi, utili da un lato a verificare la concentrazione di globuli rossi e dall’altro lato a misurare il marcatore della prostata, lo PSA.
Che cos’è l’andropausa
Quando si parla di andropausa, nello specifico, si fa riferimento a una condizione caratterizzata da un graduale declino della funzione della gonade maschile. Ciò è dovuto all’attività svolta dalle cellule di Leydig, da cui dipende la produzione del testosterone e degli altri ormoni androgeni, come il DHEA. L’invecchiamento fisiologico comporta una graduale riduzione del testosterone, comunque inferiore a un punto percentuale ogni anno dai 50 anni in poi, e in genere i sintomi evidenti si manifestano dopo i 60 anni, sempre che ve ne siano. Ci sono, però, delle malattie che accentuano il calo del testosterone, come per esempio la sindrome metabolica e l’obesità, sempre più diffuse nelle popolazioni occidentali. È in questi casi che si parla di andropausa o ipogonadismo dell’adulto, e si tratta di una condizione patologica a tutti gli effetti. Fra le altre patologie che rappresentano un fattore di rischio in tal senso si possono citare la depressione, le malattie cardiovascolari, il diabete mellito conclamato, la sindrome delle apnee ostruttive del sonno e l’insufficienza renale cronica.
Che cosa cambia fra la menopausa e l’andropausa
Per quanto nel linguaggio comune si tenda ad associare l’andropausa alla menopausa, è bene sapere che in realtà stiamo parlando di due fenomeni decisamente diversi fra di loro. Il calo ormonale che negli uomini è causato dall’andropausa, infatti, comporta una condizione di ipogonadismo stabile solo in circa 1 caso su 50. Nelle donne, invece, l’ipogonadismo stabile dopo i 50 anni è comune a tutte, in quanto le gonadi femminili non producono più gli estrogeni e gli ovociti.