Quanto amiamo i nostri amici a quattro zampe, piccoli e grandi complici di tante avventure, che riempiono la nostra vita e con i quali condividiamo tantissimi momenti della giornata!
È proprio questa grande complicità che ci porta spesso a chiederci il perché di tanti comportamenti che hanno e se il nostro approccio a questi sia ottimale per il loro benessere.
Qualche volta può capitare di confrontarsi con altre persone che si occupano di un animale e non è raro ascoltare aneddoti riguardanti una momentanea inappetenza del cane in nostra assenza.
Ma perché il nostro amico a quattro zampe, che solitamente ha un ottimo appetito, non mangia quando non ci siamo?
Le spiegazioni possono essere diverse, andiamo ad analizzarle di seguito.
Perchè il nostro cane si rifiuta di nutrirsi senza la nostra presenza
Il mancato pasto nel cane può assumere diversi significati.
Può essere specchio di un eventuale problema di salute, di una situazione di disagio, di preoccupazione per la nostra assenza o, più semplicemente, essere un piccolo dispetto che il nostro cucciolo mette in atto, per farci capire che non apprezza la situazione nella quale si trova in quel momento.
Prima di trarre delle conclusioni, bisogna innanzitutto osservare cosa scatena questo comportamento, se si tratta di un’abitudine che il cane ha sviluppato o se è un modo per mostrare un disagio oppure una preoccupazione.
Nei casi appena descritti possiamo intervenire provando a porvi rimedio con l’adozione di alcune semplici strategie.
Qualora notassimo nel nostro cane un particolare stress o altri atteggiamenti (come sporcare, distruggere oggetti, abbaiare in maniera continuata e insistente) possiamo rivolgerci ad un etologo, un addestratore o un educatore cinofilo, che possono aiutarci in maniera più professionale.
Se, invece, il comportamento dovesse persistere e ci dovessimo rendere conto che il malessere mostrato potrebbe sottendere un problema di salute, è consigliabile rivolgersi ad un veterinario, che potrà indagare in maniera scrupolosa le cause che ingenerano nell’animale questo persistente stato di disagio e turbamento.
Una buona abitudine: mangiare insieme al nostro amico a quattro zampe
Essendo degli ottimi osservatori, i cani sono portati a notare ogni cosa che facciamo nell’arco della giornata e ad associare alcuni nostri comportamenti a momenti per loro significativi.
Se, ad esempio, ci capita di mangiare in un determinato orario e serviamo anche al cane il pasto nello stesso momento, è possibile che il nostro amico a quattro zampe tenda a dare per scontato in futuro che debba sempre nutrirsi in quell’orario e in nostra presenza.
Di conseguenza potrà capitare che, qualora non si presentino le medesime condizioni in cui avviene solitamente il pasto, al cane potrà sembrare strano e di tutta risposta non mangerà.
Non è raro, infatti, che alcuni cani vivano in simbiosi con il proprio padrone e risentano in maniera particolare dell’assenza di quest’ultimo, sviluppando un vero e proprio disagio tale da spingerli a non mangiare, che va sotto il nome di “ansia da separazione”.
Una fonte di preoccupazione da non sottovalutare: quando l’ambiente non aiuta
Un’altra causa di inappetenza del cane può essere riconducibile a un disagio che prova, una preoccupazione che si manifesta con il rifiuto del cibo, che spesso è legata a fattori di carattere ambientale.
Un forte rumore che disturba il cane e lo rende nervoso o lo spaventa, una presenza in casa diversa dai soliti componenti del nucleo familiare, un nuovo animale domestico, che è arrivato da poco e a cui non si è ancora abituato, possono costituire un problema per il nostro amico che, spaventato e timoroso, rifiuta il pasto.
Come già analizzato in precedenza, in situazioni come queste ultime la nostra presenza diventa a dir poco essenziale per donare serenità al nostro cane, che risente positivamente della routine a cui è avvezzo di solito e si aspetta da noi l’atteggiamento che gli abbiamo sempre mostrato.
Quando tendiamo a non essere presenti, ad esempio a causa di sopraggiunti impegni lavorativi, e il cane non può beneficiare della nostra compagnia, si sente solo in una situazione di pericolo o di preoccupazione e potrebbe adottare tali comportamenti in risposta al nostro, quasi in segno di protesta per quel disagio che avverte e a cui non sa come fare fronte.
Cosa possiamo fare per modificare questo comportamento?
Ecco alcune semplici strategie che fanno la differenza!
Tentare di modificare un comportamento ben radicato nel nostro cane non sarà sempre facile.
Esistono, tuttavia, delle semplici tecniche che possiamo provare a mettere in atto per perseguire questo scopo.
Gli obiettivi da raggiungere devono essere la tranquillità e il benessere del nostro fidato amico; dobbiamo fargli capire, infatti, che non gli può accadere nulla, anche se noi non siamo presenti, e che può sentirsi al sicuro allo stesso modo se mangia da solo o in compagnia del padrone.
Una prima strategia, che possiamo adottare e che può risultarci di grande aiuto nel raggiungere il nostro intento, è servire il pasto al nostro cucciolo e, mentre lui mangia, allontanarci lentamente dalla stanza, facendo in modo che avverta la nostra presenza e si abitui alla nostra assenza gradualmente.
Giorno dopo giorno, infatti, possiamo provare ad allontanarci un po’ di più, fino a quando non avvertiremo che il nostro cane è finalmente sereno e mangia anche senza di noi.
Per rendere l’atmosfera giocosa e creare una sensazione positiva, muniamoci di biscottini per cani e giochiamo con il nostro cucciolo, tirandoli in stanza e allontanandoci velocemente.
Una volta che ha consumato il premio, ritorniamo, mostriamoci al nostro cane e ripetiamo l’esercizio.
Questa tecnica, oltre ad essere divertente, sarà un ottimo modo per associare il momento del pasto ad una situazione ludica.
È fondamentale ricreare un’atmosfera tranquilla e cercare di eliminare tutto ciò che può agitare il cane.
Attenuiamo i rumori forti accendendo la TV o ascoltando un po’ di musica, chiudiamo porte o finestre per ridurre ogni suono esterno forte, premurandoci di lasciare fonti di aria aperte soprattutto in estate, per assicurarci una corretta areazione degli ambienti di vita.
Acquistiamo una cuccia che possa donare un senso di protezione al cane e diventi per lui un luogo di rifugio in caso di situazioni di stress.
Qualora si ottenessero delle risposte positive e si notassero dei progressi, sarà possibile passare allo step successivo.
In questa fase proviamo ad uscire di casa per qualche minuto, aumentando gradualmente con il passare dei giorni il tempo in cui non siamo in casa; solo così potremo dimostrare al nostro fidato amico che non corre alcun pericolo quando non ci siamo.
Un ultimo, ma non meno efficace consiglio, consiste nel portare a passeggio il nostro cane prima di andare via.
Questo semplice trucco sarà utile a scaricare ogni tensione e donerà relax al nostro amico a quattro zampe, in modo che possa riposare in nostra assenza e magari sentirsi incoraggiato a mangiare anche senza di noi, dato che l’attività fisica è in grado naturalmente di stimolare l’appetito.
Se tutti questi suggerimenti non dovessero risultare efficaci e fosse necessario uscire senza poter portare con noi il cane, potremmo provare a registrare la nostra voce con l’ausilio di un registratore e azionarlo prima di andare via, in modo che l’audio venga riprodotto in nostra assenza.
Per alcuni animali questo espediente non solo funziona, ma è in grado di tranquillizzarli in maniera sostanziale.
Non ci resta che provare a mettere in pratica queste piccole e semplici tecniche, che ci consentiranno di migliorare sempre di più il bellissimo rapporto che già abbiamo stretto con il nostro cucciolo.
Imparare a conoscerci l’un l’altro e sperimentare sempre nuovi modi per donarci benessere in maniera reciproca, dovrebbe essere sempre alla base di un legame sano e costruttivo, che miri a valorizzare le peculiarità e gli innumerevoli pregi del nostro amico a quattro zampe.
Abbiamo chiesto un parere ad un esperto in materia – uno dei più conosciuti allevatori di Labrador in Italia – che ci ha spiegato come questo comportamento si sviluppa spesso nei cuccioli mal socializzati con l’ambiente esterno, mancando del tutto la socializzazione eterospecifica, poichè vengono staccati dalla mamma troppo presto ancora prima degli 80-90 giorni di vita.