Lo ammetto, la prima volta che ho sentito parlare di quantum computing ho pensato che fosse roba da film di fantascienza, tipo quelle astronavi che viaggiano nel tempo mentre un androide prepara il caffè. Poi, scavando un po’ di più, ho capito che no, non è fantascienza. È scienza. Ed è anche parecchio più vicina di quanto sembri. E quando parliamo di sicurezza dei dati, beh… qui le cose si fanno davvero interessanti. E anche un po’ inquietanti, se vuoi sapere la mia.
Cos’è il quantum computing? Ti spiego il trucco dietro la magia
Provo a spiegartelo senza impazzire. Sai i computer normali? Quelli che usiamo tutti i giorni, quelli che si impallano mentre apri troppe schede su Chrome. Ecco, loro lavorano con i bit: o è uno o è zero. Bianco o nero, acceso o spento. Il quantum computing, invece, ragiona come chi sta davanti al frigo indeciso tra pizza e insalata: contemporaneamente tutte e due le cose. I famosi “qubit” possono essere uno, zero, o entrambi insieme, grazie a questa strana magia che chiamano sovrapposizione.
Risultato? Un computer quantistico può fare miliardi di calcoli mentre il nostro portatile si surriscalda solo per caricare un video su YouTube. E quando questa potenza la applichi alla sicurezza dei dati, la faccenda si complica.
La crittografia di oggi? Una porta blindata… che presto sarà fatta di cartone
Ti racconto com’è la situazione adesso. Oggi proteggiamo i dati con dei sistemi che si basano su problemi matematici talmente complessi che a un computer normale servirebbero milioni di anni per risolverli. Quindi dormiamo sonni tranquilli, giusto? Forse sì, ma non per molto.
Con il quantum computing le regole cambiano. Un algoritmo famoso, l’algoritmo di Shor (tranquillo, non ti interrogo), permette a un computer quantistico di risolvere quei rompicapo numerici in pochissimo tempo. Parliamo di minuti o ore, non secoli. Questo significa che la porta blindata dietro cui teniamo i nostri segreti – dalle email alle transazioni bancarie – potrebbe diventare fragile come carta velina.
Quando ci arriveremo? Prima di quanto pensi…
Ora, qualcuno potrebbe dire: “Vabbè, ma mica ci sono già questi super computer quantistici, no?”. Sì e no. È vero che i mostri quantistici capaci di far crollare la sicurezza globale non esistono ancora, ma gli scienziati stanno correndo come Usain Bolt in discesa libera. C’è chi dice che tra dieci anni potrebbero essere una realtà, c’è chi parla di venti. Io ti dico: meglio prepararsi adesso che svegliarsi troppo tardi.
Perché il rischio non è solo che rubino i dati da quel momento in poi. Il problema è che i dati sensibili di oggi, che pensi siano protetti, potrebbero essere intercettati adesso e decrittati in futuro, quando il quantum computing sarà abbastanza potente. È un po’ come se qualcuno ti rubasse il diario segreto oggi e trovasse il modo di leggerlo tra qualche anno. Non è confortante.
Cosa stiamo facendo per evitare il disastro? Nasce la crittografia post-quantistica
Per fortuna qualcuno più in gamba di me (e probabilmente anche di te, non offenderti) sta già lavorando a una soluzione. Si chiama crittografia post-quantistica, ed è un po’ come mettere un lucchetto di ultima generazione su una cassaforte che nessuno sa ancora come scassinare. Questi nuovi sistemi sono pensati per resistere sia agli hacker di oggi che ai computer quantistici di domani.
Siamo ancora nella fase di test, ma si sta muovendo tutto in fretta. Gli standard nuovi sono già in lavorazione e prima o poi li vedremo implementati un po’ ovunque. Insomma, c’è la fila per mettere al sicuro i dati prima che la festa abbia inizio.
E nel frattempo, noi che facciamo? Aspettare non è un’opzione
Siamo arrivati al punto in cui ci tocca fare delle scelte. Non possiamo restare fermi a guardare. Le aziende più sveglie stanno già aggiornando i loro sistemi per essere flessibili, pronte a cambiare algoritmo di sicurezza alla velocità della luce se necessario. Si chiama crypto-agility, e no, non è uno sport estremo. È il modo in cui si affrontano i rischi del quantum computing senza perdere il sonno.
Ti dico la verità, a me questa storia fa un po’ venire i brividi. Ma è anche affascinante, perché ci spinge a migliorare, a inventare, a non dare mai nulla per scontato. Il quantum computing cambierà le regole del gioco, questo è sicuro. La domanda è: saremo pronti quando arriverà il momento?
Ecco, adesso lo sai anche tu. La prossima volta che sentirai parlare di quantum computing, non pensare a un film di fantascienza. Pensa ai tuoi dati. E a come proteggerli. Prima che sia troppo tardi.