Cannabis contro il dolore da mal di schiena: cosa dicono OGGI le evidenze (senza giri di parole)

Cannabis contro il dolore da mal di schiena: cosa dicono OGGI le evidenze (senza giri di parole)

Il mal di schiena cronico è quel collega scomodo che nessuno ha invitato ma che si presenta comunque, tutti i giorni. Per anni gli si è risposto con FANS, oppioidi, fisioterapia, calore locale e tanta pazienza. Funziona? A volte sì. Ma tra effetti collaterali, tolleranza e scarsa aderenza, la medicina ha continuato a cercare alternative più sicure e sostenibili.

E qui entra in campo la cannabis terapeutica, non come bacchetta magica, ma come opzione con dati clinici sempre più solidi.

Cannabis terapeutica: efficace, tollerata… e finalmente standardizzata

La novità non è “la cannabis” in sé, ma come la si porta al paziente: estratti farmaceutici calibrati, con composizione chimica verificata batch-to-batch (cannabinoidi, terpeni, flavonoidi, ecc.), dosi precise e protocolli chiari. Nello studio pubblicato su Nature Medicine, circa 800 persone con lombalgia cronica hanno ricevuto estratto a spettro completo di cannabis (denominato VER-01) per 12 settimane. Risultato? Riduzione del dolore clinicamente rilevante e miglioramenti nel sonno e nella funzione fisica, senza segnali di dipendenza o astinenza. Alcuni hanno avuto capogiri o nausea (capita), ma il profilo di sicurezza è rimasto gestibile e, nota non banale, meglio di molti oppioidi.

E il ruolo del CBD?

Il CBD è il cannabinoide “non sballante” che ha conquistato riflettori per azioni analgesiche e antinfiammatorie potenziali, tramite la modulazione del sistema endocannabinoide e del segnale dolorifico.

La letteratura clinica è eterogenea (traduzione: non tutti gli studi dicono la stessa cosa), ma cresce l’interesse verso formulazioni orali e topiche per dolore muscoloscheletrico. Alcuni trial pilota su creme a base di CBD non mostrano effetti clamorosi, altri riportano beneficio e ottima tollerabilità: il quadro è promettente ma non definitivo, con diversi studi in corso su dosi, vie di somministrazione e popolazioni specifiche.

Evidenze consolidate sul dolore cronico e neuropatico

Numerosi studi scientifici confermano ormai da anni che la cannabis terapeutica rappresenta un’opzione efficace e sicura per la gestione di diversi tipi di dolore cronico, in particolare quello neuropatico.

Il dolore lombare cronico colpisce milioni di persone nel mondo ed è una delle principali cause di disabilità e di riduzione della qualità della vita. Le terapie farmacologiche tradizionali, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS) o gli oppioidi, presentano però limiti significativi: i FANS possono causare effetti collaterali gastrointestinali e cardiovascolari, mentre gli oppioidi comportano rischi di dipendenza, tolleranza e potenziale sovradosaggio.

Al contrario, la cannabis terapeutica mostra un profilo di sicurezza più favorevole: gli effetti collaterali osservati sono generalmente lievi o moderati e non comportano rischi letali. Molti pazienti segnalano, oltre al sollievo dal dolore, un miglioramento della qualità del sonno, della mobilità e del benessere generale, fattori fondamentali per chi convive con un dolore persistente e limitante.

Considerazioni conclusive

La cannabis terapeutica si conferma una valida alternativa per il trattamento del dolore cronico, in particolare quello lombare e neuropatico, offrendo benefici concreti in termini di sollievo dal dolore, miglioramento del sonno e aumento del benessere generale. Varietà specifiche, come la Gorilla Glue, grazie al loro equilibrio tra cannabinoidi e terpeni, possono rappresentare una scelta efficace per chi cerca un supporto naturale e mirato. È fondamentale, comunque, che l’uso della cannabis sia sempre supervisionato da professionisti sanitari, per garantire un approccio sicuro e personalizzato al dolore cronico.